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18 Marzo 2025

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L’Italia è tra i Paesi “demolitori” dello Stato di diritto nell’UE

È quanto emerge dal Liberties Rule of Law Report 2025, un’analisi indipendente sulla situazione dello Stato di diritto nei Paesi dell’Unione europea

di Bianca Dominante

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  • Luca M.

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    3 giorni fa

Giunto alla sua sesta edizione, il rapporto di Liberties ha registrato un preoccupante deterioramento dello Stato di diritto nel nostro Paese, così come in Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia nel corso del 2024.

Tra le principali cause di questo allarmante risultato il report segnala, ad esempio, l’uso eccessivo dei decreti legge da parte del Governo Meloni, che ne ha varati 79, di cui 67 convertiti in legge. Conseguenza di questo modo di operare è una progressiva riduzione del potere del Parlamento.

Nel 2024, inoltre, l’Italia si è distinta per l’introduzione di misure repressive contro la libertà di protesta, come l’ormai noto DDL Sicurezza, che inasprisce pesantemente le pene contro gli attivisti, in particolare quelli ambientali.

Non va dimenticata poi la riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio, che ha ridimensionato significativamente l’indipendenza della magistratura – ricordiamo che la separazione dei poteri è uno dei principi fondamentali dello Stato di diritto. La riforma ha inoltre abolito il reato di abuso d’ufficio e indebolito le norme sul traffico di influenze illecite, infliggendo un duro colpo alla lotta alla corruzione.

A proposito di corruzione, l’Italia continua a rimandare l’approvazione delle leggi per la regolamentazione del lobbying e contro i conflitti di interessi, nonostante le raccomandazioni del GRECO, il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa.

Ciliegina sulla torta, il preoccupante aumento delle minacce alla libertà di stampa ed espressione: nel 2024, infatti, l’Italia si è posizionata al primo posto tra i Paesi europei per numero di SLAPP, querele infondate con il solo scopo di intimidire, mosse nei confronti di giornalisti e attiviste. Con il nuovo anno, il Governo non sembra intenzionato a cambiare rotta, anzi: pochi giorni fa la premier Meloni ha querelato il comico italiano Daniele Fabbri, chiedendo 20mila euro di risarcimento per essersi riferito a lei, nel 2021, con il termine “puzzona”.

I nostri diritti all’informazione, di protesta, espressione e persino di satira sono in pericolo. Manteniamo alta la guardia e continuiamo a lottare per difendere le nostre libertà.

Firmate e condividete le nostre petizioni per la legge sul lobbying e sui conflitti di interessi, contro le SLAPP e per la libertà di espressione in Italia!

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